IDD. Assicurazioni, chi ha paura della Mifid delle polizze

Il 31 marzo entrano in vigore nuovi obblighi per chi offre soluzioni assicurative

Fonte: Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore Plus 24 il 27.03.2021 a cura di Federica Pezzatti

Tra agenti e broker il 31 marzo 2021 viene ormai chiamato il D Day. In realtà sarebbe più appropriato chiamarlo IDD day. A fine mese entreranno in vigore una serie di modifiche regolamentari introdotte dalle Authority (Ivass e Consob) lo scorso 4 agosto. Si tratta dell’ultimo tassello che completa il quadro dell’IDD (Insurance Distribution Directive) n.2016/97, entrata in vigore il 1° ottobre 2018, nota anche come Mifid delle polizze e che si applica a tutti i prodotti assicurativi per introdurre più tutele per gli assicurati europei. Sul tema l’Authority di vigilanza Ivass ha messo a disposizione il 23 marzo dei chiarimenti sotto forma di Faq. «L’iniziativa è senz’altro lodevole, tuttavia ci sono una serie di criticità che rimangono irrisolte e che stanno creando non pochi problemi applicativi sia alle compagnie sia alla distribuzione», spiega Rudi Floreani, avvocato esperto del settore.

Gli intermediari assicurativi lamentano la gravosità di alcuni nuovi adempimenti posti dal regolatore italiano e sostengono che non si tradurranno in benefici per i consumatori. Anzi, come spiegano all’Aiba (Associazione italiana broker di assicurazione e riassicurazione), potrebbero avere, come effetto collaterale, un calo della concorrenza, visto che broker e agenti saranno spinti a ridurre la rosa delle compagnie e degli intermediari con cui collaborano a causa degli oneri crescenti.

«Ci paiono norme ingiuste inutilmente estese in maniera lineare su tutti i prodotti, anche sui non Ibips (Rc auto e capofamiglia, per esempio). Riteniamo che, in particolare per le polizze danni, si siano introdotti processi gravosi per gli intermediari, con un valore aggiunto marginale per l’assicurato finale spiega Luca Franzi, presidente dell’AibaFaccio riferimento in particolare alle nuove regole sulla Pog (Product Oversight Governance) e all’obbligo del distributore di verificare e disegnare per ciascun prodotto un target market positivo (a chi sono adatte) e negativo (a chi non sono adatte) da comparare con quanto eseguito dalla compagnia. Tutto ciò presuppone una forte standardizzazione con pochi margini di personalizzazione, strutture organizzative complesse e dedicate a un rapporto esclusivo con la compagnia. Insomma, sintetizzando, saranno favoriti i monomandatari e le banche a svantaggio dei consumatori».

Anche gli agenti sono sul piede di guerra e hanno anche fatto dapprima ricorso al Tar contro Ivass (con udienza fissata per il prossimo giugno) e nei giorni scorsi, dopo aver ricevuto il rifiuto di proroga da parte dell’Authority, si sono rivolti all’Antitrust per denunciare la perdita di efficacia della norma che nel 2012 aveva introdotto per gli intermediari la possibilità di realizzare collaborazioni orizzontali, il tutto per aumentare la concorrenza. «Ora le nuove regole Ivass impongono l’obbligo di comunicazione dei rapporti di collaborazione alle mandanti: con questa novità gli agenti saranno soggetti a un maggiore controllo che ridurrà le collaborazioni a discapito della libera concorrenza», spiega Claudio Demozzi, presidente Sna che annuncia delle mobilitazioni. Preoccupa gli agenti anche la stesura e il monitoraggio del Pog: è (soprattutto per le agenzie di piccola dimensione) un onere eccessivo, per quanto tenga conto del principio di proporzionalità. Gli intermediari non vedono di buon grado neppure l’aumento del numero degli allegati relativi all’informativa. «Comporta un aggravio di adempimenti e tempistiche. Senza contare che la dichiarazione di coerenza è un ulteriore onere che si traduce in una responsabilità eccessiva, a fronte di situazioni in cui sarà difficile garantire al cliente l’integrale coerenza della soluzione assicurativa, in virtù di limiti di massimali o garanzie imposti dalle imprese» spiega Demozzi. Insomma non sarà una primavera facile per il settore già alle prese con la diminuzione del business dovuto alla pandemia.